Recensione n°17 - Conversazioni con Arrau di Joseph Horowitz


 

Recensione n°17 - Sezione #libri

 

Titolo: "Conversazioni con Arrau" di Joseph Horowitz


Editore: Arnoldo Mondadori (1984)


La mia valutazione: 5 su 5


Lettore di riferimento: pianisti, musicofili


4^ di copertina: Claudio Arrau è uno dei più grandi pianisti, uno dei pochissimi, forse il solo, che conservi fra noi l'eco, il magistero del grande pianismo ottocentesco che ha la sua radice in Listz. Allievo di un allievo di Listz, Arrau, cileno di nascita, fu fanciullo prodigio. Di quella esperienza, della crisi che a essa seguì, e della sua seconda nascita alla musica, egli discorre in queste Conversazioni con Joseph Horowitz.(...) Arrau parla delle sue interpretazioni e dei suoi studi, dei suoi maestri e di tutti coloro con i quali si è incontrato lungo il corso tumultuoso della musica novecentesca. (...)


La mia recensione

Claudio Arrau, nato nel 1903 e morto nel 1991, può forse essere uscito dalle cronache musicali contemporanee ma questo libro, pur datato, ci permette di conoscerlo umanamente e musicalmente.

Molti argomenti tra quelli trattati nel libro mantengono ancora oggi la loro validità e meritano di essere sottoposti alla riflessione , dei pianisti in primis e dei musicofili in secundis.

Già la parte biografica, ricca di situazioni non certo comuni (dal fatto di essere un fanciullo prodigio al trasferimento a Berlino per studiare con Krause, dalla crisi esistenziale fino al successo mondiale) bastano per rendere questo libro interessante.

In più ci sono le conversazioni più strettamente musicali, nelle quali Arrau parla di interpretazione, di tecnica pianistica, dei compositori che lo coinvolgono maggiormente, da Listz a Brahmas, da Chopin a Beethoven.

Se la seconda parte del libro era formata dalle Concersazioni CON Arrau, La terza parte ci offre le Conversazioni SU Arrau, con alcuni tra i personaggi che lo hanno frequentato e con cui ha collaborato: Philip Lorenz, Daniel Baremboim, Garrick Ohlsson, Colin Davis.

Non manca uno scritto dello stesso Arrau dove il grande pianista parla dell'importanza della psicanalisi per luie, più in generale, per l'interprete di musica.

Una Conclusione nella quale si ripercorrono le incisioni di Arrau nel corso del secolo e un'Appendice con i Programmi dei suoi concerti e la Discografia completano il libro.

 

Copyright Diego Minoia

 

Ecco un breve esempio del pianismo di Horowitz: Impromptu op.90 n°3 di Franz Schubert eseguito a Vienna nel 1987

 


 

 Lo stesso brano eseguito da Claudio Arrau, ad Amsterdam, nel 1978.




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