Recensione n°26: "Il fido maestro sostituto" di Theodor W. Adorno


 

Recensione n°26 - Sezione #libri

 

Titolo: "Il fido maestro sostituto" di Theodor W. Adorno

#comunicazione

 

Editore: Einaudi (1969)

 

La mia valutazione: 4 su 5

 

Lettore di riferimento: musicofilo/musicista culturalmente preparato (son presenti esempi musicali)

 

4^ di copertina: Il termine "maestro sostituto" indica nella prassi del teatro d'opera quel musicista cui è affidato il compito di istruire i cantanti nell'interpretazione del proprio ruolo, prima che essi affrontino le prove finali di scena con l'orchestra. Adorno prende in prestito questo termine per presentare al pubblico un libro di carattere singolarmente "pratico", destinato in qualche pagina a trasformarsi quasi in un manuale di consultazione per l'interprete o l'ascoltatore. Spogliandosi di ogni manto dottrinario, di ogni proposito di sistemazione filosofica, l'autore avvicina l'oggetto di volta in volta prescelto per analizzarne in concreto gli aspetti diversi. Ora mette alla gogna con critica sferzante uno dei metodi più deleteri della pedagogia musicale, ora conduce l'ascoltatore a superare determinate difficoltà, o presunte tali, della musica nuova (ossia dell'avanguardia storica di Schoenberg, Berg, Webern); ora segue un analogo cammino rivolgendosi all'interprete (...) infine rivolge la sua attenzione alla radio, individuando nelle sue caratteristiche sociali e tecnologiche le possibilità di una positiva comunicazione della musica nuova e antica. Adorno propone in queste pagine una forma di ascolto della musica. Il libro si rivela così come un testo di pedagogia musicale. che parte dalla posizione negativa (la critica a un certo metodo) per approdare a una possibile ricostruzione del modo d'intendere la musica.

 

La mia recensione

Per i musicisti della mia generazione (almeno, per quelli che volevano capire l'evoluzione della musicanuova e contemporanea) gli scritti di Adorno erano passaggi obbligati per approfondire, capire (e, a volte, contestare) le tesi espresse da Adorno con teutonica sicurezza e qualche volta eccessivamente tranchant.

Difetto che lo stesso autore si premurò di correggere nelle più tarde pubblicazioni, lasciando qualche spazio in più a sfumature di dubbio o addirittura a testa-coda dialettici.

Adorno, per le nuove generazioni probabilmente non è più così centrale come allora e le sue pubblicazioni, seppur ancora valide per molti motivi, possono risultare datate e superate per altri versi.

Filosofo e sociologo della musica, critico musicale, ma anche musicista lui stesso (fu allievo di Berg e frequentò continuativamente l'ambiente della Seconda Scuola Viennese di Schoenberg, Berg e Webern), tenne corsi sull'interpretazione delle loro musiche a Darmstad e si spese indefessamente per la diffusione di quella che chiamava Musica Nuova, combattendo poi la degenerazione interpretativa matematica e meccanicistica emersa in seguito con la post-serialità e la serialità integrale.

In questo "Il fido maestro sostituto", con Introduzione e traduzione del compositore Giacomo Manzoni, si possono trovare le sue teorie sull'apprezzamento della musica, le sue Norme per l'ascolto della musica nuova e significative indicazioni per l'Interpretazione della musica nuova, completate da analisi di alcune composizioni di Anton Webern (Lieder op. 3 e op. 12; Sechs Bagatellen per quartetto d'archi op. 9;Vier Stucke per violino e pianoforte op. 7), di Arnold Schoenberg (Phamtasy per violino con accompagnamento di pianoforte op. 47) e di Alban Berg (Concerto per violino e orchestra.

Il volume si chiude con uno sguardo a quello che allora era il (potenzialmente) più pervasivo mezzo di trasmissione della cultura e, specificamente, della nuova musica: la radio.

Chissà cosa penserebbe oggi degli mp3, dello streaming musicale, dei podcast e quant'altro la tecnologia ci ha messo a disposizione.

Sta di fatto che la sua speranza di diffondere l'ascolto e la comprensione della musica (quella nuova ma anche, andando a ritroso, quella antica) sembra oggi ancora lontana dall'essere realizzata... e mi fermo qui per non sembrare un vecchio brontolone che critica i tempi correnti borbottando "mala tempora currunt".

 

Copyright Diego Minoia

 

Adorno è conosciuto dai più come teorico e filosofo della musica, ma fu anche compositore. In questo contributo i suo brani per pianoforte composti tra il 1920 e il 1945. Molto interessanti.



Visita il mio sito www.diegominoia.it

 

 

 

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