Recensione n°12 - Manuale di armonia di Arnold Schoenberg
Recensione n° 12 - Sezione #libri
Titolo: "Manuale di armonia" di Arnold Schönberg
#Schönberg
Editore: Il saggiatore (4^ ed. 1980)
La mia valutazione: 5 su 5
Lettore di riferimento: musicofilo esperto/addetti ai lavori
4^ di copertina: (...) Questo libro famoso non vuole essere un "trattato d'armonia" secondo gli schemi precostituiti nell'insegnamento dei Conservatori, bensì una vera e propria fenomenologia del linguaggio musicale, continuamente soggetto alle modificazioni dell'esperienza viva dell'arte: "Non esistono per noi leggi eterne, ma solo indicazioni che hanno valore finchè vengono superate ed eliminate, in tutto o in parte, da condizioni nuove". (...) Il Manuale d'armonia fu scritto nel periodo dell'esperienza espressionista di Schönberg; che però l'arricchì di note tecniche e polemiche nel 1921, quando stava già elaborando il metodo dodecafonico di composizione. (...)
La mia recensione
E' evidente che questo libro, a differenza di tutti gli altri trattati precedentemente in questo gruppo, non è per tutti. La sua lettura, e soprattutto la sua comprensione, predono competenze musicali che vanno oltre quelle apprese durante uno dei corsi di Armonia complementare previsti per gli strumentisti. Basti il fatto che per tradurlo venne chiamato un compositore: Giacomo Manzoni.
E' un libro su cui "sudare" per poter entrare nel mondo della composizione e della critica musicale. I miei ricordi sono di un rapporto di amore/odio nel periodo in cui passai mesi su queste pagine, insieme ad altri manuali (per es. quello di Hindemith). Il risultato di tanta fatica fu però che passai l'esame di Armonia principale in due anni, benchè fosse previsto per il compimento del 4^ anno del Corso di composizione.
Il fatto che il manuale sia datato, fu infatti scritto tra il 1909 e il 1911 con integrazioni nel 1921, non preclude allo studioso di trarne grande profitto. Schönberg lo dedicò a Gustav Mahler (sul quale proporrò prossimamente un ponderoso testo) identificandosi in quella corrente tardoromantica viennese che abbandonerà in seguito per "inventare" la dodecafonia. Una corposa introduzione di Luigi Rognoni (ben 39 pagine) che ripercorre le tappe fondamentali dello sviluppo storico della relazione tra melodia e armonia, dall'Organum medievale all'Esacordo guidoniano, da Zarlino a Rameau, dalla Modalità alla Tonalità.
In Appendice un "Guida pratica al Manuale di armonia di Arnold Schönberg ad uso degli insegnanti e degli allievi", compilato da Erwin Stein (1885-1958), critico, musicologo e Direttore d'orchestra che conobbe Mahler e fu amico ed allievo di Schönberg.
Copyright Diego Minoia
Tutti conoscono le opere dodecafoniche di Schönberg ma è utile capire da dove è partita la sua traiettoria musicale. Ecco la sua op. 1: Zwei Gesänge (1898) nell'esecuzione del baritono Dietrich Fischer-Dieskau accompagnato al pianoforte da Aribert Reimann.
Ed ecco la sua penultima composizione, Psalme130 op. 50b De profundis (1951)
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