Recensione n°24: "Il jazz classico" di Gunther Schuller


 

Recensione n°24 - Sezione #libri

 

Titolo: "Il jazz classico" di Gunther Schuller

#jazz


Editore: Arnoldo Mondadori (1979)


La mia valutazione: 5 su 5


Lettore di riferimento: per tutti, meglio se dotati di qualche base teorica musicale (sono presenti 150 esempi musicali e riferimenti armonici)

 

4^ di copertina: (...) Per scrivere questo studio (...) Schuller ha ascoltato e riascoltato tutte le incisioni jazz dagli inizi del secolo agli albori degli Anni Trenta; ha esplorato la musica africana e quella popolare degli Stati Uniti, per accertare influenze di cui si era soliti parlare in maniera vaga e senza addurre prove; ha infine usato la sua competenza di musicista e musicologo con una solida formazione accademica. (...) Non si creda per questo che il volume di Schuller sia un'opera aridamente tecnica: anzi, le figure dei grandi solisti, da Jelly Roll Morton a Bix Beiderbecke, da Bessie Smith a Louis Armstrong, e degli arrangiatori e direttori d'orchestra si delineano qui fuori dalla leggenda.

 

La mia recensione

Altro libro della mia biblioteca che fa parte di quelli prescritti al tempo dal DAMS (Università di Bologna, Discipline dell'Arte, Musica e Spettacolo - Indirizzo musicologico-critico) per l'esame di Civiltà musicale afro-americana.

L'introduzione all'edizione italiana inizia così. "Il 26 febbraio 1917, la Original Dixieland Jazz Band entrava negli studi Victor per incidere Livery Stable Blues. Per il jazz (che sui primi manifesti era indicato come jass, fino a quando qualche burlone non pensò di cancellare la j lasciado la scritta ass, che indica una parte non nobile del corpo umano) è una data storica. Ma i protagonisti di quella giornata non lo sospettavano neanche: erano pagati per realizzare un comune disco fonografico - prezzo al dettaglio 75 cents - contenente un nuovo genere di musica di consumo, destinato a rallegrare i party dei figli della borghesia americana bianca".

Per chi volesse imparare, o approfondire, le vicende che hanno caratterizzato la nascita e l'affermazione di quello straordinario genere musicale che è il jazz, questo libro rappresenta una tappa fondamentale.

Dopo Introduzione e Prefazione, nel capitolo 1 Schuller si occupa di chiarire le basi per poter ascoltare e capire il Jazz classico: ritmo, armonia, melodia, timbro, improvvisazione.

I successivi capitoli illustrano i primi passi (nella New Orleans di King Oliver), il primo grande solista (Louis Armstrong), il primo grande compositore (Jelly Roll Morton), virtuosi degli Anni '20 (suddivisi in base allo strumento suonato, e senza escludere la voce), le grandi orchestre.

Chiude il libro un capitolo sullo stile di Duke Ellington: origine e primi sviluppi.

A completamento un'Appendice con intervista a George Morrison, un Glossario e una Discografia selezionata.

Un ottimo modo per rendere più attuale questo libro, certamente datato ma ancora valido, consiste nel Buona lettura alternata all'ascolto dei brani citati nel libro, che diventerà così multimediale.

 

Copyright Diego Minoia

 

In questo contributo uno dei classici della Original Dixieland Jazz Band: Livery Stable Blues

 


 Bessie Smith canta S.Louis blues (con Louis Armstrong alla cornetta)



Visita il mio sito www.diegominoia.it

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