Recensione n°41: "Skrjabin" di Luigi Verdi


Recensione n°41 - Sezione #libri

 

Titolo: “Skrjabin” di Luigi Verdi 

#Skrjabin

 

Editore: L’Epos (2010)

 

La mia valutazione: 5 su 5

 

Lettore di riferimento: musicofilo

 

4^ di copertina: Aleksandr Nikolaevic Skrjabin (1872-1915) è il compositore russo che meglio rappresenta l’ansia di rinnovamento della cultura musicale europea alle soglie della prima guerra mondiale e della rivoluzione d’ottobre. Egli fu non soltanto un compositore geniale, ma un pensatore fecondo e originale, una figura affascinante e provocatoria, attento osservatore ed emblematico testimone della sua epoca. (…) Affrontando da prospettive idedite il variegato universo poetico di questa singolare figura di uomo e di musicista, il libro conferma l’importanza dell’opera di Skrjabin, non solo nell’evoluzione del linguaggio musicale ma anche nel rinnovamento della concezione dell’arte, ed è arricchito dai principali testi poetici dell’autore.

 

La mia recensione Per prima cosa devo far presente che la casa editrice Epos è fallita alcuni anni fa, per cui il libro si potrà trovare con una certa difficoltà (ma su Amazon, al momento attuale, risultano disponibili 4 copie). Un vero peccato, come ogni scomparsa di un editore, anche perché la sua collana musica conteneva titoli e argomenti interessanti. L’autore di questo Skrjabin, Luigi Verdi, con studi di composizione e direzione alle spalle nonché una laurea in filosofia che lo ha certamente aiutato a districarsi tra le correnti di pensiero avvicinate via via dal musicista, ha realizzato un’opera denza e ponderosa (481 pagine). Skrjabin è un pianista e compositore che ha avuto sprazzi di notorietà a livello mondiale, ma con altalenante ritmo periodico, ed oggi non è certo tra i più eseguiti nelle sale da concerto, nonostante abbia indubbiamente caratteristiche particolari rispetto ai musicisti suoi contemporanei. Certo, il carattere presuntuoso e “superoministico” dei suoi atteggiamenti e dei suoi scritti (dove senza tante parafrasi si assimila al Creatore supremo giunto a portare il “verbo” alla massa di esseri inferiori) non ne fa certo un personaggio simpatico ai più. Le sue idee filosofiche, legate allo spiritualismo teosofico sono indissolubilmente legate all’epoca ed oggi suonano ormai datate. Aveva però anche degli aspetti estremamente avanguardistici, che ancora oggi risultano validi e, in un certo senso, si stanno avverando seppure in forme tecnologicamente moderne. Mi riferisco alla sua particolare percezione dei suoni legati ai colori (che lo avvicinano agli scritti di Kandinky su musica e pittura) ed al tentativo di sinestesia tra le arti che, soprattutto nelle opere della maturità, Skrjabin profetò e cercò di realizzare unendo poesia, suoni e colori, utilizzando un macchinario collegato alla tastiera che accendeva lampade colorate e prevedendo per i suoi Poemi “scenografie di luce” e “architetture luminose”. Anche la sua ossessione per i numeri e la geometria, che fanno da trama strutturale alle sue composizioni, prefigurano correnti e schemi mentali che si svilupperanno solo alcuni decenni dopo la sua morte. Il libro è suddiviso in diverse parti: La vita (La giovinezza, L’affermazione della personalità, In viaggio verso la luce, Gli ultimi anni, L’eredità di Skrjabin), Il pensiero estetico e filosofico (L’Opera incompiuta, Le speculazioni filosofiche, L’esoterismo e l’estasi, Il Prometeo e la sinestesia, Il Mistero e l’Atto preparatorio), le opere musicali (Introduzione, La musica sinfonica, Le sonate per pianoforte, Le altre opere per pianoforte, Opere postume e incompiute, Trascrizioni di opere pianistiche). Concludono il libro una sezione iconografica e capitoli su Tradizione esecutiva e discografia storica, Orientamenti della critica, Note bibliografiche e Catalogo delle opere. In coda al testo sono riportati, e si rivelano molto utili a comprendere le idealità mistico-filosofiche di Skrjabin, anche i testi poetici che lui stesso scrisse per l’Opera incompiuta, per il Poema dell’estasi e per l’Atto preparatorio.

 

Copyright Diego Minoia

 

Nel contributo lo Studio per piano op.2 n°1 di Skrjabin, nell'esecuzione di Horowitz

 


 Qui, invece, un intervento di Carlo Montanaro sul Prometeo di Skrjabin


Visita il mio sito www.diegominoia.it

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